La perdita dei connotati identitari storici, sociali e culturali, come elementi caratterizzanti del comprensorio di bonifica ed irrigazione, inducono oggi il Consorzio Est Ticino Villoresi a rimarcare l’importanza che per le comunità locali hanno rappresentato i sistemi irrigui e di bonifica. L’impegno è quindi quello di valorizzare il paesaggio agricolo tradizionale e il sistema irriguo compresa la sua caratteristica dotazione infrastrutturale: rete di strade arginali, chiuse, caselli idraulici, ecc. proponendo una rete di “poli museali didattici” e di “itinerari – vie verdi / azzurre” sul proprio comprensorio.
La valorizzazione ed il recupero di questi beni architettonici e opere idrauliche, oltre ad essere musei di sé stessi, ha inteso ed intende perseguire i seguenti obiettivi:
– rendere disponibile ad un vasto pubblico il materiale documentario e i luoghi che hanno formato una storia di secoli che attraverso la regolazione delle acque ha trasformato l’ambiente inospitale di vaste aree lombarde nella zona agricola più pregiata d’Europa;
– ridare valore ad un esempio di storia locale attraverso un nuovo uso, sinergico con quello originale e restaurare una memoria storica e un equipaggiamento del paesaggio lombardo;
– mettere a disposizione dei cittadini strutture operative per fare turismo, didattica, ricerca, o solo una sosta durante una passeggiata;
– sperimentare un modello di turismo sostenibile.
Alcune prime strutture museali, collegate a itinerari fruitivi, sono già operativi
– Chiavica del Reale – Chignolo Po (Pv) – Museo della Bonifica – MUBO;
– Dighe di Panperduto – Somma Lombardo (Va) – Museo delle acque Italo – Svizzere – Incili canale Villoresi e canale Industriale;
– Castano Primo (Mi) – Emeroteca del Villoresi;
– Abbiategrasso (Mi) – Centro di tutela della fauna ittica.
Peculiarità del sistema museale è l’esperienza per tappe della conoscenza e sperimentazione di forme, oggetti, edifici visti nel loro funzionamento ed integrati magistralmente nell’ambiente da cui acquistano significato e tramite il quale possono essere compresi. La millenaria pratica di regolare le acque può essere raccontata e spiegata, ma altro è offrire la possibilità di fare esperienza di luoghi dove la civiltà idraulica lombarda è cresciuta e dove le funzioni assegnate vengono tuttora integrate nella complessità della vita contemporanea in modo vitale. Obiettivo primario è che i manufatti idraulici e la loro storia sia patrimonio diffuso e che la loro continuità nel tempo si integri con gli aspetti della vita metropolitana.
I singoli poli museali valorizzano, innanzitutto tra la popolazione locale, l’orgoglio dell’appartenenza alle proprie radici, insegnano a guardare con attenzione agli oggetti, i materiali, le forme dei manufatti e alla minuta dotazione infrastrutturale del complesso sistema irriguo e di bonifica, offrono inoltre la possibilità di entrare negli spazi delle grandi e piccole opere per la difesa idraulica del territorio, l’irrigazione delle campagne e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Infine educano alla fruizione degli ambienti comprendendo in essi l’antico rapporto di scambio e di sopravvivenza dell’uomo con il suo ambiente: il presente, vissuto come stratificazione delle civiltà del passato, permette di costruire un futuro ricco di possibilità perché denso di memoria. Non riuscire più a comprendere il senso dei gesti e dei luoghi delle precedenti generazioni, o addirittura negarlo, o perderne la memoria, porta inevitabilmentealla perdita di identità e senso di appartenenza.Gradualmente non si riesce più a mantenere la propriaautonomia di fronte all’unica cultura dominante,non si è più capaci di esprimersi secondo formediverse da quelle generalizzate e banali, perché tutte leespressioni tradizionali perdono di vitalità e capacitàdi armonioso rinnovamento: l’artigianato, i paesaggiagrari, i dialetti.
Se il visitatore capisce la storia della sua società, l’evoluzione nel tempo e i meccanismi che hanno portato alle forme odierne, diventa consapevole della propria posizione nel luogo e nel tempo che gli sono propri, e acquista gli strumenti per partecipare ad uno sviluppo armonioso della propria terra. La varietà e la complessità dei paesaggi che oggi tuteliamo e che vengono spesso definiti “beni culturali” sono frutto dell’opera millenaria dell’uomo. Le tradizionali civiltà contadine in tutta Europa hanno sviluppato un enorme bagaglio di conoscenze, fondate sull’esperienza e sulla continuità tra generazioni, che hanno permesso la conservazione di territori complessi e stabili. E’ anche per questo che la maggior parte dei programmi di tutela e conservazione del paesaggio di molti paesi europei si basano oggi sullo studio delle forme tradizionali di sfruttamento del territorio, e usano le loro risorse per sostenere il ruolo dell’agricoltura nello sviluppo ecologico dell’ambiente.
Il sistema museale sulla civiltà dell’acqua in Lombardia, in virtù della sua architettura articolata e complessa sintetizza chiaramente il concetto di poliedricità di un territorio. I poli museali custodiscono in sé un’ampia dotazione di risorse naturali e ambientali di pregio, rappresentano un esemplare caso di interazione tra attività umane e contesto territoriale e soprattutto sono portatori di significative potenzialità di carattere economico più o meno esplicite e intensivamente sfruttate.
L’obiettivo generale è quello di restituire una posizione di assoluta centralità ad un sistema che combina componenti infrastrutturali (ingegneristiche e idrauliche), componenti strutturali di tipo ambientale e paesaggistico ed elementi socio-culturali che hanno come trait d’union una rilevante valenza economica.
Nella vastità ed eterogeneità le stesse vie d’acqua e le opere idrauliche connesse, che costituiscono il sistema, hanno origini storiche differenti e nascono per rispondere a istanze e finalità spesso diverse, che presuppone una interconnessione con il resto dei territori circostanti e l’integrazione con il complesso del patrimonio di attrattività delle diverse aree coinvolte.
Attività realizzata nell’ambito del Progetto di Eccellenza per lo sviluppo e la promozione del Sistema Turistico Nazionale
Azione n. 4, “Montagna e Turismo attivo”
Accordi di Programma del 22 novembre 2012 tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione Lombardia
Progettualità compresa nelle attività del Patto per lo Sviluppo del Sistema Verde V’Arco Villoresi
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